L’architettura è tutto, e tutto è architettura.
L’architettura De-Purista nasce per depurare il mondo dal falso che lo attornia. Ha, quindi, come fine il vero, in ogni sua forma. La verità e l’onestà sono la giusta cura a la malattia contemporanea. Rendere il mondo delle cose una proiezione diretta del mondo dello spirito.
Si ispira ai principi della nostra natura, al di là di ogni possibile corruzione dell’anima per il ripristino dello stato naturale delle cose.
L’architettura è una vocazione; è e sarà sempre questa la tua raison d’être. Altrimenti si onesto ed abbandona il mestiere. Noi siamo architetti, non facciamo gli architetti.
La prima linea che disegnerai sarà la più importante della tua vita, e così la seconda, e la terza. Questo perché anche se tu potrai sentirti obbligato a scrivere, nessuno è mai stato obbligato a leggere.
Le linee perpendicolari e quelle orizzontali sono statiche, eterne, per la loro stessa natura, e parleranno sempre la stessa lingua. Hanno una potenza emotiva che si svincola dal tempo e dallo spazio, superiore a quelle delle curve ed ellitiche. Non vi può essere un’architetura staticamente integratrice all’infuori di esse. La dinamicità è l’uso dell’architettura, non l’architettura stessa.
La geometria euclidea è il nostro alfabeto. Il punto, la linea, il piano gli atomi del nostro essere. Il quadrato, il cerchio, il triangolo e i loro surrogati, le lettere di un alfabeto universale.
L’architettura è funzionale. Tutto ciò che è inutile non è architettura, e non ha motivo di esistere. A tal fine l’architettura De-Purista non si riduce mai a puro virtuosismo stilistico.
L’architettura nasce e prende forma dal contesto. Non esistono possibilità di svincolamento dallo spazio e dal tempo. Queste le variabili di ogni costruzione.
La decorazione, come qualcosa di sovrapposto all’architettura è fine a se stessa, è un assurdo e come tale va ridisegnato. Il “bello” è utile solo se adeguatamente argomentato.
L’architettura De-Purista è semplicità; le persone ti ringrazieranno se offrirai loro esempi chiari e leggibili, lontani da forme inverosimili e imperfette. Ciò che è facilmente accessibile, è apprezzabile. Mai sottovalutare l’intelligenza del lettore.
L’architettura De-Purista è l’architettura del dono dell’intelletto, della sensibilità e della concretezza. L’architettura del cemento armato, del vetro, dell’acciaio e del legno. Un’architettura nata dall’uomo e per l’uomo, per nessun altro mai.
L’architetto de-purista è consapevole di progettare in un mondo a sua volta frutto di un progetto, e come tale si comporta.
L’architettura De-Purista è un’architettura leggera, non pesa allo sguardo e dalla scrittura; un’architettura che nasce da un segno sottile posato sul foglio. Ciò non implica un’architettura vuota. Il pieno è leggero se adeguatamente motivato.
L’architettura De-Purista nasce da un segno allegro, è un’architettura felice; questa è la sua essenza. Si disegna con il sorriso, si vive con lo stesso. La storia è frutto del nostro atteggiamento nei suoi confronti, che è frutto dell’architettura della società. Un’architettura migliore per una storia migliore.
L’architettura De-Purista non è pura ricerca del “bello”. Il “brutto” ha un eguale valore espressivo se riusciamo a modificare il nostro atteggiamento nei suoi confronti. La vera bellezza sarà raggiunta solo alla fine della Storia, perciò fino ad allora proclamiamoci profeti del brutto.
Le architetture de-puriste sono architetture mute, e come tali nessuna architettura ha mai parlato tanto.
Le architetture de-puriste sono architetture anonime: nulla sarà mai più importante di chi legge, neanche lo scrittore.
A tale fine il progetto partecipato si configura come strumento privilegiato per la progettazione. L’architetto, comunque, conserva il suo ruolo di caput, in quanto traduttore di lingue ai più ignote. Homo doctus in se semper divitias habet.
L’architettura De-Purista è diversa dalla Natura; non la imita, si distingue. Ciò che è artificiale non è naturale. La natura è frutto di un progetto diverso. Gli architetti de-puristi dialogano con essa, ne colgono le regole più intime, le formule matematiche, le leggi; armonizzano l’ambiente con l’uomo, ma l’architettura de-purista usa le stesse lettere in una lingua diversa.
La Natura, come tale, non è e non sarà mai una decorazione dell’architettura. Essa avrà sempre una sua collocazione in virtù della sua realtà, ed il confine sarà tracciato e permeabile.
La progettazione si fonda sugli elementi di traccia e riempimento. Non può esserci traccia senza riempimento e riempimento senza traccia. Questi saranno sempre visibili e facilmente individuabili. Quando ciò accade si avranno sempre buoni risultati.
La Storia è la solida base su cui costruiamo. Non esiste Architettura senza rapporti con essa. Noi esistiamo in virtù della nostra Storia. Tante saranno le Architetture quante saranno le Storie della nostra società.
L’architettura De-Purista rispetta il prossimo, che sia un lettore, un albero o una roccia del luogo.
L’architettura De-Purista è aperta a tutti. Ognuno è il benvenuto, nessuno è escluso. L’architetto ha molto da dire, troverà il modo di farlo e vuole che il pubblico sia il più numeroso possibile.
L’architettura De-Purista si contraddistingue per la sua opera di de-purificazione. Un architetto de-purista dovrà sempre portare la sua parola il più lontano possibile, gridandola al mondo. Il De-Purismo non è chiuso in se, ma si apre al prossimo.
L’architettura De-Purista non mira all’unicità e dall’universalità; essa sussiste solo in virtù del dialogo dialettico con il diverso pensiero. Nessuno vuole essere solo, combattiamo la solitudine a noi uomini sconosciuta. Ogni diversità è un faro che illumina, altrimenti sarebbe solo il buio della noia.
L’architettura De-Purista non è sinonimo di perfezione, e non vuole esserlo. Essa è imperfetta come gli uomini che la plasmano. Noi vogliamo sbagliare, perché è l’unico modo per imparare. Sbagliate e non abbiate paura. Inoltre non si può aiutare il mendicante senza prima sporcarsi di fango.
Homines, nihil agendo, agere consuescunt male. “Gli uomini, non facendo nulla, si abituano a fare malamente”. Leggete. Leggete un sacco di cose diverse. Guardate alle incredibili cose che potete fare con una matita. Notate il modo in cui è possibile concentrare l’intero universo nello spazio di una linea.
Ogni momento è sempre il momento giusto per iniziare. Da un’architettura così concepita non può nascere nessuna malsana abitudine, nessuna tristezza, nessun sentimento negativo. State attenti ad ogni forma di oggettività, siate sognatori, siate concreti, siate de-puristi.
Ozenfant – Le Corbusier
gennaio 1921